
I disordini temporo-mandibolari (TMD) rappresentano un insieme di condizioni cliniche caratterizzate da dolore all’articolazione temporo-mandibolare (ATM), limitazioni funzionali della mandibola, rumori articolari e blocchi durante il movimento.2
L’eziologia dei TMD è multifattoriale e include variabili biologiche, emotive, cognitive, ambientali e sociali, oltre che genetiche.1,5
Tra i fattori di rischio che posso contribuire allo sviluppo di un TMD ci sono:
- una anormale occlusione, dovuta anche alla mancanza di denti.
- abitudini disfunzionali come il bruxismo, il digrignamento notturno e la labiofagia.
- fattori psicologici come ansia, stress e umore depresso svolgono un ruolo cruciale nell’insorgenza dei TMD, nell’esacerbazione dei sintomi e nella prognosi.9,11
- trauma da colpo di frusta.7
La diagnosi si basa sull’anamnesi e sull’esame obiettivo. In alcuni casi, può essere utile il supporto di esami di imaging.12
I sintomi e segni dei TMD includono:
- difficoltà di apertura della bocca
- rumori articolari e\o dolore durante i movimenti buccali come masticazione, fonazione, sbadiglio
- dolore nella regione oro-facciale, emicrania, cervicalgia o rigidità nella regione cervicale
- ipertrofia o spasmi della muscolatura masticatoria
- acufeni, vertigini, cefalee
- serramento o digrignamento dei denti con usura.6
Dal punto di vista epidemiologico, i TMD colpiscono il 10-15% degli adulti, ma è solo il 5% a cercare un trattamento. L’incidenza è maggiore tra i 20 e i 40 anni di età ed è due volte superiore nelle donne rispetto che negli uomini.5
Trattamento riabilitativo
L’eziologia multifattoriale dei TMD richiede un approccio multidisciplinare per favorire il migliore recupero.
Dal punto di vista fisioterapico, la letteratura suggerisce che la combinazione di terapia manuale ed esercizio terapeutico è efficace nel ridurre la sintomatologia e migliorare la funzionalità, indipendentemente dal tipo di TMD.
L’obiettivo dell’intervento riabilitativo è un miglioramento della forza, della coordinazione e della mobilità, favorire il rilascio dei tessuti e ridurre la sintomatologia algica.2,6
Parte integrante dell’intervento conservativo è l’educazione del paziente e la “self-care”. In una fase iniziale, è essenziale educare il paziente, correggere gesti scorretti, aumentare la consapevolezza su abitudini parafunzionali, correggere credenze errate, incoraggiare e rassicurare il paziente al fine di instaurare una fiducia reciproca e facilitare la compliance. Proporre esercizi da svolgere a casa in autonomia incentiva la motivazione del paziente al trattamento.
Talvolta, la paura del dolore può indurre comportamenti protettivi e tensione muscolare, innescando un circolo vizioso negativo; la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), l’educazione alla neurofisiologia del dolore (PNE) e la terapia manuale possono contribuire a ridurre la chinesiofobia (paura del movimento) e la catastrofizzazione del dolore negli adulti con TMD.4
Gli esercizi comunemente proposti negli studi analizzati includono:
- rieducazione posturale
- esercizi specifici per l’ATM e per i muscoli masticatori
- esercizi per il distretto cervicale
- tecniche di stretching attivo e passivo.
In aggiunta, gli esercizi aerobici potrebbero avere un effetto positivo sulla riduzione della sintomatologia dolorosa2, mentre il resistant training (RT) potrebbe ridurre l’infiammazione e il sovraccarico associati al bruxismo.3
Analogamente all’esercizio terapeutico, anche le tecniche di terapia manuale erano eterogenee e comprendono:
- tecniche articolari quali mobilizzazioni o manipolazioni di cervicale e/o ATM
- tecniche di neurodinamica nella regione cranio-mandibolare
- tecniche massoterapiche.
Una recente metanalisi ha evidenziato la relazione tra il dolore cervicale e i TMD, attribuita a meccanismi neurofisiologici. Infatti, persone con disturbi temporo-mandibolari potrebbero presentare un’alterazione della mobilità cervicale e una ridotta attivazione della muscolatura flessoria cervicale profonda. La terapia manuale cervicale ha mostrato benefici nel breve termine nel ridurre il dolore e migliorare la funzionalità della mandibola in pazienti con TMD; pertanto, può essere utilizzata come terapia adiuvante.8
Data l’eterogeneità degli esercizi e delle tecniche manuali, una valutazione scrupolosa del caso in esame è determinante nella scelta del trattamento e del dosaggio più adatti per il paziente2,10
Bibliografia
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